LA STORIA
La pianta del caffè è originaria dell’Etiopia, nella regione dell’Abissinia di Kaffa.
Una delle tante leggende riguardanti il caffè risale all’800 d.C., quando in un monastero dello Yemen, il priore, informato da un pastore di nome Kaldi, che le sue pecore avevano un comportamento strano dopo aver mangiato alcune bacche rosse (quelle del caffè) e mantenevano tale comportamento vivace per tutta la notte, decise, insieme al atri monaci incuriositi, di raccogliere le bacche per farne un decotto nero e amaro. Iniziarono così ad utilizzarlo per allontanare sonno e stanchezza e per poter restare svegli a lungo per pregare.
Nel 1555 a Istanbul, due siriani, inaugurarono il primo caffè aperto a tutti, luogo di incontro di poeti, intellettuali, mistici e perdigiorno.
La grana del caffè arrivò in Europa nel Sedicesimo secolo portata dai mercanti veneziani, una tra le spezie. Inizialmente si acquistava solo in farmacia venduto per combattere diversi mali.
Diffusosi velocemente in Europa, fornito in gran quantità fino alle porte di Vienna dal potente Impero Ottomano, eludendo i divieti doganali, il vino d’Arabia (originariamente chiamato così da noi europei) fu criticato dalla Chiesa Cattolica tanto da essere definito bevanda del demonio (siccome era una preparazione musulmana). Secondo la leggenda, fu Papa Clemente VIII che sorseggiandone una tazzina dichiarò: “E’ così squisito che sarebbe un peccato lasciarlo bere esclusivamente agli infedeli” e successivamente battezzò il caffè per farne una bevanda in grazia cristiana.
In Italia questa bevanda si diffuse verso il 1645 e il primo caffè fu inaugurato a Venezia il 29 dicembre 1720 ed è l’attuale Caffè Florian in Piazza S. Marco, luogo dove Casanova corteggiava le dame veneziane.